11 NOVEMBRE IERI ED OGGI: LA PAROLA AI SINTI

11.11.2014 14:27

11 novembre di 69 anni fa, a Vicenza, vicino al ponte ferroviario detto "dei marmi", distrutto, da un attentato dei partigiani guastatori di Plirici, nei pressi della CotoRossi, dove si era costituita una delle cellule partigiana, grazie a Maria Bubbola e  Olimpia Menegati, la dittatura tedesca, per rappresaglia, trucida dieci partigiani. Quattro di questi dieci martiri sono sinti: Catter, Festini, Mastini e Paina, chissà se l'Amministrazione Comunale si ricorderà nella consueta orazione che farà il 15 novembre(?). I 10 partigiani furono prelevati dal carcere di Padova e trasportati con un furgoncino a Vicenza sino alla Stazione, lì ben che, soprattutto i quattro sinti avessero subito ben tre passaggi sotto tortura, furono di nuovo umiliati, difronte ad una folla costretta, e picchiati, dopo di che costretti a trascinarsi malconci sino in via dei 10 martiri, li fatti salire uno alla volta e posizionati a nei pressi del canneto di confine con la CotoRossi, furono ammazzati. Questo al fine sia che ognuno di loro sentisse le urla del compagno sotto i colpi sia, in modo che alla CotoRossi si sentisse, la risposta dei tedeschi all'attentato dei partigiani.

QUESTO era il ieri, oggi a distanza di anni notiamo che a parte il consueto rituale dell'Amministrazione viene a mancare il rispetto per questi partigiani e i loro parenti. Mentre a 68 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, Vicenza ha dato praticamente le chiavi della città agli alleati americani che l'hanno più volte ferita (si ricorda la prima incursione nel Natale del 1943), ai parenti dei quattro martiri  che hanno dato la vita per la sua liberazione, e risiedono in Viale Cricoli, non porta nemmeno rispetto. Non consegna nemmeno un'area vivibile dal punto di vista civico e sociale.
Nell'area in cui l'Amministrazione presa alle strette col finanziamento dello stato, ha eseguito infatti la manutenzione riducendola fortemente, le famiglie saranno ammassate l'una sopra l'altra con le case a distanza di due metri l'una dell'altra, e
poiché i lavori sono stati eseguiti a regola d'arte, gli allacciamenti ai servizi domestici (fogna, elettricità e acqua), dovranno essere eseguiti dalle stesse famiglie, con tubi e cavi che passeranno a cielo aperto negli stretti corridoi davanti all'entrata delle case, costituendo un pericolo per le persone, ma soprattutto bambini ed anziani.

Si chiede chi garantisce che i lavori siano stati eseguiti a regola d'arte, dal momento che a quanto sembra il progetto di sistemazione depositato, discusso ai tavoli e consegnato alle rispettive famiglie, è stato disatteso con diverse varianti in corso d'opera, concentrando i servizi in zona centrale e non ai lati per ricavare più spazio per la disposizione delle case. Si chiede l'intervento dell'autorità ministeriale, del Viminale e di conseguenza del prefetto che doveva vigilare sul buon investimento del finanziamento al fine che verifichi non sulla carta, ma nel posto come è stato speso il contributo.

Si chiede l'intervento dei vigili del fuoco al fine di avere la conformità anti-incendio dell'area, visto che i parametri di distanza non sono rispettati, non bastano due cancelli verso l'argine, se non ci sono percorsi sufficientemente ampi e sgomberi da
barriere di varia natura, per mettere in salvo un centinaio di persone, tra cui anziani con difficoltà di deambulazione e bambini.

Si chiede rispetto umano, e che il richieste di modifica al regolamento dell'area, presentate dai residenti, non siano cassate, ma accolte dimostrando un atto di civiltà e di rispetto per un popolo che ha contribuito alla nascita della nostra Repubblica.

L'applicazione dell'attuale regolamento è discriminatorio e se da un lato risolverebbe la questione del posto nell'area non sufficiente per tutte le famiglie, dall'altro produrrebbe molti sfollati che si aggiungeranno agli altri in giro per la città. Eppure per risolvere la questione basterebbe che l'Amministrazione comunale rinunciasse al compenso di AIM per il pezzo di corte non utilizzata, ove sono provvisoriamente alloggiati in questo momento. In questo caso non si parla di questione tecnica, ma di quella volontà politica che questa Amministrazione non ha mai avuto.