Femminicidio, approvato il dl. Pene più severe, via da casa i mariti violenti
Il consiglio dei ministri, dopo circa due ore di riunione a Palazzo Chigi, ha approvato il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, il testo il cui obiettivo è soprattutto combattere il fenomeno della violenza sulle donne e il cosiddetto Femminicidio.
Il decreto, ha spiegato Letta nella conferenza stampa, si compone di 12 articoli: "Abbiamo approvato un decreto molto agile - ha detto - che interviene su temi essenziali. C'era bisogno nel nostro Paese di dare un segno fortissimo, ma anche un cambiamento radicale sul tema". Letta si è detto "molto orgoglioso" del fatto che il "governo abbia deciso questo intervento", che "deve dare un chiarissimo segnale di contrasto e di lotta senza quartiere" al fenomeno del femminicidio.
Quanto al cyberbullismo, la filosofia e il contenuto del provvedimento sono stati illustrati dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano: "Le norme hanno tre obiettivi: prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime". Tra gli articoli ve ne sono dedicati alla repressione del cyberbullismo ed alla proroga di 3 anni (fino al giugno 2016) dell'istituto dell'arresto differito per il contrasto della violenza negli stadi. "Puniamo severamente chi utilizza il canale informatico per fare molestie", ha spiegato. Il decreto contiene anche "la previsione dell'arresto in flagranza per i maltrattamenti e per lo stalking. I tribunali potranno adottare delle 'corsie preferenziali' per l'esame delle cause riguardanti i maltrattamenti". E' previsto inoltre il gratuito patrocino legale per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato. "Alle forze di polizia - ha aggiunto il ministro - viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c'è un rischio per l'integrità fisica della donna. Dal punto di vista della prevenzione è importante, perché viene impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici".
In pratica, ha aggiunto, "la magistratura potrà disporre l'allontanamento coatto da casa del coniuge violento e se vi è il rischio che dalle minacce o dalle molestie possa derivare un pericolo grave, si può intervenire subito con un'azione preventiva del magistrato e disposta dal questore".
La vittima di violenza, ancora, dovrà essere informata costantemente sulla condizione giudiziaria in cui versa il denunciato. "Cerchiamo di correggere un punto di vulnerabilità del sistema normativo: spesso la vittima non sapeva che fine aveva fatto il processo a carico dell'autore delle violenze. Ora ci sono una serie di norme che prevedono che la vittima sia informata. In modo tale che se c'è una scarcerazione dell'autore delle violenze, la vittima sia immediatamente messa al corrente".
Il decreto, tra le altre cose, aumenta di un terzo la pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni e prevede maggiorazioni di pena se la violenza è commessa nei confronti di una donna in gravidanza o da parte del coniuge, anche se separato, e dal compagno, anche non convivente. "Stesso discorso varrà anche per il reato di stalking", ha detto Alfano.
Altra novità importante è che "una volta che è stata fatta la querela, quella querela è irrevocabile". "Sottraiamo noi - ha sottolineato il ministro - la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela". Una norma riguarda gli immigrati: sarà concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari agli stranieri che subiscono violenze in Italia.