FINALMENTE SI DISCUTE DI “IUS SOLI”.

07.05.2013 17:28

 

Irene Rui* – La proposta del ministro Cecile Kyenge sullo “ius soli”, rappresenta un raggio di sole di questo governo. E' stupefacente però come alcuni autoctoni, intervengono in senso negativo su questa proposta riguardante un diritto civile, vantando il pericolo che 2000 vicentini e circa 10mila veneti, diventino finalmente italiani. Si sfodera addirittura la questione lavorativa, per cui non si è cittadini se prima di tutto non si ha un reddito, un lavoro retribuito. Ci si dimentica però, che se non c'è lavoro si deve ringraziare la delocalizzazione e l'esternalizzazione della produzione all'estero o a ditte esterne all'azienda, per cui la Regione Veneto e i governi italiani, non hanno fatto nulla per impedirne il processo. Eppure per salvaguardare il diritto al lavoro per tutti, bastava, a chi delocalizza o esternalizzava in realtà diverse dalla sede aziendale, imporre il ritorno dei contributi statali e regionali ricevuti. E comunque non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di cittadini nati e cresciuti in Italia, dove la loro vita, le loro relazioni, la loro lingua sono italiane; e che a loro no viene assolutamente in mente di vivere un'altra realtà, come magari i loro genitori, che abbiamo sfruttato nelle nostre concerie, fabbriche e cantieri potrebbero ritornare a rivivere. Non è una questione di “radical chic” come definisce Ciambetti, ma di diritto civile e chi lo afferma “i problemi ad arrivare a fine mese” ce li ha e come. *Dipartimento Politiche Migratorie di Rifondazione Comunista, Vicenza