La Cricca Veneta inaugura un altro pezzo della Valdastico Sud

30.06.2014 13:47

 

 

Aperto pochi minuti fa il nuovo casello di Agugliaro, terzo tratto della Valdastico Sud. Il prossimo tratto dovrebbe essere quello che collega Noventa, ma la Liona e sorella acqua lo permetterà? Il serpentone della Valdastico Sud è arrivato dunque ad Agugliaro. Tutte le autorità locali, sono la felici e sorridenti di aver deturpato il territorio del basso vicentino, non importa che siano state inquinate le falde, che sia stata violentata la falda e la terra. Non importa che si sia distrutto pezzi della nostra preistoria e della nostra cultura, basta i schei. E schei e materiali tossici ce ne sono sotto la Valdastico Sud. Ci sono tutte quelle autorità che dovevano intervenire per ristabilire la legalità, ma che hanno cercato di insabbiare tutto. All'inaugurazione dalla parte opposta hanno partecipato i cittadini di Agugliaro, e dei territori limitrofi, per dire basta a questo scempio; ci sono quei cittadini che sono stati intimiditi e che alcune autorità locali hanno cercato di azzittire con denunce costruite ad hoc, ma false, e intimidazioni varie. Il Comitato Vicentino No Ecomafie, presente tra questi cittadini e chiede il ripristino della legalità, il sequestro del tratto vicentino della Valdastico Sud al fine di interrompere lo scempio naturale, storico e paesaggistico, ma anche ambientale e salvaguardare la salute dei cittadini. Chiede la bonifica a spese della Brescia-Padova e non della collettività, al fine di preservare la salute pubblica. Chiede che tutte le persone, autorità, società ed imprese, coinvolte nelle vicende illegali che si celano sotto la Valdastico sud siano arrestate. La salute dei cittadini, non può essere messa in pericolo per l'introito economico della cricca malavitosa veneta e del sud ad essa affiliata. La nostra terra va preservata e non trasformata in una grande discarica. Il Comitato Vicentino No Ecomafie, chiede il rispetto dei contratti e dei diritti dei lavoratori delle imprese edili che hanno costruito questo biscione, per cui i contratti sono spesso al limite della legalità, sottoposti a sfruttamento e alla mercé di un caporalato nascosto, costretti a operare in situazioni di sicurezza cantieristica al limite della legalità. Non sono i lavoratori che devono pagare per un'opera illegale.

Irene Rui - Presidente del Comitato Vicentino NO Ecomafie