Sta diventando una moda prendersela con la Ministra Cècile Kyenge, una moda preoccupante, che non può essere nascosta sotto un bianchetto, con frasi di solidarietà o con dichiarazioni del tipo “non devono esserci dei messaggi razzisti e scritta accompagnata da simboli neonazisti a Vicenza”. L'incitamento all'odio razziale, sta crescendo a dismisura anche nel nostro territorio, c'è chi come a Treviso afferma “uccidetela”. Nel colpire la Kyenge, non si vuol colpire solamente la sua persona, in quanto, per la prima volta abbiamo un ministro nero per lo più donna, e che rappresenta gli stranieri, i lavoratori immigrati nel nostro Paese, a cui abbiamo succhiato il sangue e che ora, che c'è crisi, vorremmo che scomparissero, che se ne tornassero da dove sono venuti. Nel colpire l'Onorevole Kyenge, si vuole colpire tutti gli immigrati, ma soprattutto avvisare tutti coloro che la pensano come lei, lottano per i diritti di queste persone, che non sono graditi e devono tacere, lasciare che le cose vadano come sono sempre andate. Ma siccome di persone si tratta - e non di risorse umane ad uso e consumo del padronato, delle famiglie che ne hanno bisogno come badanti, colf o quant'altro, o della malavita che li/le sfrutta per affari illeciti sia per la persona, sia per lo Stato, facendoli vivere nella clandestinità e ai margini della società - noi continueremo ad appoggiare il lavoro della Kyenge e a lottare per i loro diritti. Certamente anche noi porgiamo tutta la nostra solidarietà, come donne, come Rifondazione Comunista all'Onorevole Cècile Kyenge, ma siamo dell'idea che non basta, qui ci vuole un'attenta vigilanza sul fenomeno razzista, una condanna esplicita dai vertici istituzionali, dal Governo, con l'allontanamento anche, e non con l'accettazione delle scuse, di tutti quegli onorevoli che poco hanno di onorevole, e tutti coloro che nelle istituzioni, incitano all'odio razziale.
Irene Rui, responsabile dipartimento politiche migratorie di Rifondazione Comunista - Vicenza