La proposta referendaria di Giovanni Azzolini sindaco di Mogliano Veneto, e ripresa da Ciccero, Cecchetto e Berlato Sella non va bene, poiché invece di tutelare la privacy delle sex worker, propone la cancellazione dell'art. 7 della 75/58 conosciuta come Merlin, riportando di fatto alla schedatura e al controllo coato e violento nei confronti delle donne e uomini dediti al mestiere. L'articolo 7 cita, infatti “Le autorità di pubblica sicurezza, le autorità sanitarie e qualsiasi altra autorità amministrativa non possono procedere ad alcuna forma diretta od indiretta di registrazione, neanche mediante rilascio di tessere sanitarie, di donne che esercitano o siano sospettate di esercitare la prostituzione, né obbligarle a presentarsi periodicamente ai loro uffici. E' del pari vietato di munire dette donne di documenti speciali”. Con l'abrogazione di tutta o parte della 75/58, non si arriva a una risoluzione della questione, poiché non si propone in alternativa un norma moderna che tenga conto della Dichiarazione dei Diritti delle Sex Workers presentata in occasione della Conferenza Europea su Sex Work, Diritti Umani, Lavoro e Migrazione, del 15-17 ottobre 2005 a Bruxelles. Capiamo le problematiche che gli Amministratori si trovano ad affrontare, ma ritornare al vecchio modello, è troppo semplificatorio oltre che lesivo, soprattutto nei confronti della donna, aumentando il rischio dello sfruttamento e della tratta da parte di soggetti malavitosi o della mafia. Comprendiamo anche che la semplificazione "riaprire le case" fa presa su molti che tollerano la prostituzione, ma la vorrebbero nascondere. In ogni caso la legge va cambiata modificandola con un "disegno" moderno, rispettoso dei Diritti Umani e del Diritto del lavoro, visto anche che l'Italia ha firmato la convenzione dell'ONU del 48 e proprio da li nasce la chiusura dei bordelli con lo sfruttamento di Stato. In questo caso ammesso che Cicero e company riescano a raccogliere le 500mila firme necessarie entro fine settembre, non è detto che il referendum venga ammesso. Un esempio su cui i vari ministri e parlamentari, potrebbero lavorare, potrebbe essere la legge della Nuova Zelanda in materia della prostituzione, ampliandola alle lavoratrici e ai lavoratori stranieri.
Irene Rui - Forum delle Donne di Rifondazione Comunista di Vicenza