PERCHÈ NO ALL'IMPIANTO DI GASSIFICAZIONE A TORRI DI QUARTESOLO

30.08.2013 13:15

 

Recentemente la Giunta Regionale del Veneto, con delibera n. 1273 del 16 luglio 2013, concede l'autorizzazione alla Società Agricola Berica, per la costruzione di un impianto di gassificazione e cogenerazione a pollina, in via Vedelleria, in zona agricolo-residenziale, con accesso per una strada che è poco più di una caveggiara, a pochi metri dal Palavillanova, e dalle Piramidi. L'iter è stato avviato tra settembre e ottobre 2012, con una conferenza dei servizi, alla quale ha partecipato (o quanto meno è stata invitata) l'Amministrazione Comunale. Ci si chiede quindi, visto la tipologia dell'impianto, perché il Sindaco Marchioro, non ha indetto un'assemblea pubblica per informare i cittadini di questa nuova attività gravosa per l'ambiente e per la salute. Ci si chiede quanto abbia influito la perequazione: “il calore” ricavato dall'impianto - si legge nella delibera - “potrebbe essere utilizzato al riscaldamento e/o raffrescamento dei locali del vicino palazzetto dello sport di Torri di Quartesolo”. Questo impianto, infatti, che produrrebbe energia dalla combustione della pollina, potrebbe avere delle ricadute sull'inquinamento dovuto alle emissioni, oltre che sulla salute della popolazione non solo di Torri, ma anche dei comuni circostanti, visto che le deiezioni dei tacchini, come degli animali della specie, sono cariche di azoto, che portato a combustione con l'ossigeno crea ossido di azoto, sostanze che verrebbero emessi in atmosfera con grave danno ambientale. A ciò, inoltre, essendo l'impianto di una potenza inferiore ai 300 MW, non è soggetto, per legge, a specifici monitoraggi di emissioni dagli organi preposti. Chi garantisce, quindi, che l'impianto sarà e manterrà gli accorgimenti previsti per legge, al fine di non disperdere odori e polveri nell'ambiente? E, ammesso che tutto funzioni, c'è da aggiungere che gli ossidi azoto sono tra i peggiori composti chimici inquinanti e contribuiscono al surriscaldamento della terra, assieme al biossido di carbonio, al metano e ad altri gas serra. L'impianto, quindi, immettendo nell'aria l'azoto, non si può proprio definire che produce “energia pulita”. Le ceneri inoltre, prodotte dalla combustione che dovranno essere smaltite periodicamente, provocheranno un ulteriore aumento del traffico per via Vedelleria, che unito ai 57 mezzi - come si stima nella delibera - che serviranno al trasporto del combustibile (pollina) per il gassificatore-cogeneratore, causerà oltre ai problemi alla viabilità, anche un ulteriore inquinamento per la presenza dei PM10. Si ricorda che via Vedelleria è stata chiusa al traffico di passaggio, se non frontista, proprio per evitare problemi viabilistici dovuti alla presenza delle Piramidi. Nell'impianto saranno smaltite le tonnellate di pollina provenienti solo in parte dallo stabilimento adiacente; è da chiedersi se i 57 mezzi trasporteranno solo la pollina dell'altro stabilimento presente nel territorio comunale, o se servono per attingere combustibile da altri stabilimenti amici. D'altronde si sa questi “moloch” (mostri) hanno sempre fame e per essere remunerativi, è necessario alimentarli continuamente, cosa accadrebbe se l'Azienda Berica non fosse in grado di auto fornire la pollina? Si troverebbe costretta a spegnere l'impianto o a alimentarlo con materiale esterno. Per l'ennesima volta si scambia l'agricoltura per industria classica, e i prodotti della terra sono selezionati non per la catena alimentare, ma per produrre business, interrompendo in questo modo la stessa catena, con notevole danno ambientale e alla salute. Nel caso si ha lo sfruttamento di tacchini, galline e polli, ammassati in capannoni senza possibilità di muoversi, e cresciuti e allevati in una catena di montaggio senza sosta e senza il minimo rispetto per l'animale. Quello che esprimiamo è un netto NO al gassificatore-cogeneratore di questo tipo, rilanciando che il principio dell'energia verde non passa per lo smaltimento dei rifiuti agricoli a scopo lucrativo, ma per quelli a ciclo interno dell'azienda, atto a riutilizzare l'energia al solo utilizzo aziendale, e non di scambio e vendibile all'esterno. Per produrre meno rifiuto sarebbe sufficiente, o ridurre la presenza di questi animali, o lasciarli liberi nei tanti ettari a disposizione dell'azienda stessa, ne guadagnerebbe la salute e l'ambiente. Ma poiché questa non è una azienda agricola, ma un'industria agricola, l'impianto a poco a che fare con l'etica del riciclo-riutilizzo agricolo, ma piuttosto con il business industriale. L'Amministrazione Comunale, ascolti i cittadini che sono contrari al gassificatore a pollina e tuteli la salute pubblica.

  Guido Zentile, segretario del circolo “Carlo Giuliani” - Vicenza nord-est