Programma del Partito della Rifondazione Comunista per le elezioni amministrative 2013

26.04.2013 14:37

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

VICENZA 2013

- IL PROGRAMMA E I PROGETTI

DI RIFONDAZIONE COMUNISTA -

PER UNA CITTA’ NUOVA

A MISURA DI PERSONA

 

1) Lotta alla crisi e servizi sociali

Proponiamo:

a) Un piano per il sostegno reale all’occupazione, a partire dall’assunzione a tempo indeterminato del personale nelle strutture comunali, o in aziende, o società, controllate dal Comune, iniziando con l’assorbimento nell’organico a regime ordinario, del personale precario non dirigenziale, già a tempo pieno e con incarico più volte rinnovato. Assunzione tramite le municipalizzate di disoccupati/e e inoccupati/e, con contratti di lavoro socialmente utili. Nello specifico l’Amministrazione Comunale deve promuovere forme di “salario sociale” organizzando lo svolgimento di lavori utili, se non indispensabili, per il territorio. Ci riferiamo, in primo luogo, alla manutenzione e messa in sicurezza dei bacini idrici, evitando così di dovervi sopperire a disastri avvenuti; ma anche alla manutenzione e pulizia delle zone boschive e parchi, e di tutte le aree verdi della città, con il recupero a scopo energetico degli scarti vegetali.

Gli incarichi dirigenziali, non dovranno più seguire la logica clientelare dell'assunzione di comodo, in quanto saranno tenute in considerazione competenza, professionalità, e soprattutto il sapersi rapportare con il cittadino. Il dialogo con l'utenza rappresenta uno dei capisaldi per un buon funzionamento di un'Amministrazione, a cui l'Ente si dovrà adeguare.

Siamo contrari alle politiche di riassetto dei servizi comunali o delle municipalizzate che comportino una riduzione del personale, anche se precario. Inserimento della clausola negli appalti pubblici per l’assegnazione, non con riferimento al ribasso, ma in base alla regolarità contrattuale, di sicurezza nel lavoro, di assenza di collusioni mafiose, e anche sull'uso di maestranze dipendenti della stessa impresa, e non sub-fornitrici o manodopera assunta tramite i “procacciatori di lavoratori”.

L’Amministrazione si deve porre quale garante per piani di inserimento nel mondo del lavoro dipendente e di sostegno a progetti indipendenti, e predisporre, con fondazioni o banche, un piano salva imprese e di incentivazione alla nuova imprenditoria, con particolare riguardo a quella di genere e giovanile.

 

b) Un piano per la casa. Le imposte comunali, quali l'IMU, vanno riviste esclusivamente per quanto riguarda l'abitazione principale in proprietà, abitata dalla famiglia ivi residente. L'imposta va gradualmente ridotta, fino ad arrivare ad una totale eliminazione, in base alle fasce di reddito documentate (ad es. 730), e alla tipologia dell'abitazione, considerando come gravanti l'eventuale incidenza della quota mensile del mutuo.

Sostegno a tutte le persone esposte al disagio sociale, con particolare attenzione all’emergenza casa e al fenomeno dell’incremento degli sfratti per morosità.

Snellimento delle procedure di assegnazione delle case, anche con il recupero da parte dell’ATER, degli immobili comunali di lieve inagibilità. Predisposizione di un piano, in cui si disincentivi la consuetudine degli immobili sfitti, con la previsione di agevolazioni IMU sugli immobili locati, con calmierazione degli affitti convenzionati con l’Amministrazione Comunale, sulla base del costo della vita. Introduzione di un equo canone comunale.

c) Interventi nel sociale e contro la crisi:

  • Intervento presso l’AIM per una semplificazione delle bollette e per una revisione delle tariffe di distribuzione, di acqua, luce e gas, per agevolare la riscossione con proposte di pagamento confacenti con il reddito familiare, in cui non si preveda un obbligo di versamento in quota percentuale all’atto della definizione del piano di rientro.

    • Costituzione di un servizio comunale di mutuo soccorso, mettendo in rete associazioni, e attività di servizio e commerciali. Incentivazione alla formazione di gruppi organizzati nella struttura denominata “banca del tempo”, per permettere uno scambio di servizi e prestazioni.

  • Introduzione di una moneta comunale per acquisto di beni e servizi al fine di calmierare i prezzi dei prodotti locali, utilizzando un fondo di sostegno economico distribuito in forma paritetica ed assistenziale.

  • Potenziamento dei servizi socio-assistenziali rivolti agli anziani, ai minori, agli adulti in difficoltà.

  • Introduzione dell’assegno sociale intervenendo presso la Regione per l’attuazione e l’avvio di uno specifico progetto.

  • Contributo dell’Amministrazione ai soggetti con un basso reddito per le rette di inserimento nelle case di riposo; intervento dell’Amministrazione in accordo con l’Azienda ULSS per garantire le cure, le prestazioni sanitarie e i medicinali, tramite esenzione dei tiket, ai soggetti in difficoltà, facendo anche istanza verso le istituzioni per un innalzamento del reddito su base ISEE, o rapportando la situazione economica con riferimento al reddito effettivo.

  • Potenziamento dei servizi sociali alla famiglia (mense, asili nido, servizio scolastico lungo ecc.), al fine di facilitare l’attività lavoro- famiglia. Potenziamento dei servizi sociali in accordo con l’Azienda ULSS, al fine di assistere le persone in stato di bisogno socio-sanitario, e non far pesare il carico assistenziale sulla donna o la famiglia. Questioni queste ultime che coinvolgono moltissime coppie e donne, che spesso, si trovano a dover scegliere tra lavoro e maternità, o assistenza al congiunto.

  • Potenziamento dei consultori familiari, poiché sono un utile servizio di assistenza familiare. Essi devono garantire, oltre ai servizi ordinari relativi alla periodo pre-maternità, l’assistenza della donna nella post-maternità; devono prevenire i casi di maternità indesiderata, con una prioritaria educazione sessuale, e sull’uso della contraccezione, con la commercializzazione della RU486 (pillola del giorno dopo); devono assistere la donna nel processo relativo all’applicazione della 194, ma anche prevenire malattie sessuali, seguire la donna in e dopo la menopausa, e gli uomini nel periodo della senilità; devono prevenire atti di violenza contro e tra minori e familiari; intervenire per una disintossicazione non solo dall’alcool, dall’uso di droghe, ma anche dal gioco. L’Amministrazione deve inoltre intervenire affinché il personale dei consultori, sia formato e abbia una maggiore sensibilità nei confronti degli stranieri e delle loro culture religiose, e per una maggiore sensibilità nei confronti delle persone gay, lesbiche e transessuali.

2) Diritti civili

Osservanza dell’articolo 3 della Costituzione.

a) Immigrazione.

Ci impegniamo:

  • affinché l’Amministrazione, intervenga per l’abolizione della legge Bossi - Fini, del pacchetto sicurezza, normative che ledono i diritti civili degli immigrati e dei cittadini italiani.

  • Per la presenza nelle commissioni consiliari, con diritto di voto, dei cittadini stranieri e siano a tutti gli effetti partecipi nel dibattito e nelle decisioni del Consiglio Comunale.

  • Per prevedere un contributo al Consiglio degli Stranieri (previsto per Statuto Comunale all'art. 26) da parte dell'Amministrazione comunale, affinché questo abbia la sua efficacia e non sia un istituto di facciata. Il Consiglio degli Stranieri, non può essere finanziato dai soli migranti;

  • Per la costituzione di un assessorato all’immigrazione che lavori in sintonia con le associazioni cittadine degli immigrati.

  • Per l’attuazione di politiche di integrazione ed interazione tra stranieri ed autoctoni, mediante l’uso di mediatori culturali e sociali, che collaborino in stretta sinergia con i servizi sociali e la sicurezza urbana. Evitare zone ghetto, favorire gli incontri multietnici e culturali, evitando l’isolamento tra gruppi di stranieri e italiani.

  • Per attuare un progetto “vicini di piazza e panchina”, che permetta l’interazione e lo scambio culturale fra cittadini.

  • Ad incentivare il progetto “vicini di banco” tra rom, sinti, stranieri e italiani, da parte degli istituti scolastici e del MIUR.

b) Rom e sinti residenti a Vicenza.

Ci impegniamo:

  • Ad affrontare la questione dell’interazione-integrazione dei cittadini rom, sinti e gagè, con politiche di avvicinamento tra cittadini, con incontri ed attività culturali all’interno di idonei spazi, e/o di aree attrezzate nei quartieri, ed in aree di residenza rom o sinti.
  • Risoluzione della questione abitativa recependo le direttive europee e la legge regionale, sulle minoranze etniche, utilizzando, all’occorrenza, i fondi europei preposti. La realizzazione di microaree mono o bifamigliari rappresentano la soluzione più idonea a risolvere situazioni di ammassamento, di sicurezza e di diffusione della microcriminalità. Vanno, quindi, evitate aree ghetto come viale Cricoli, area che va riqualificata e riportata ad una destinazione più consona con l’ambiente, rispettando eventuali vincoli paesaggistici dell'area, e i canoni di sicurezza tra le unità abitative mobili, al fine di prevedere la presenza di una micro-area per dare così ai cittadini rom o sinti la possibilità di risiedervi.

  • Istituzione di uno sportello rom-sinti, gestito dalle stesse comunità.

  • Per una politica di inserimento lavorativo dipendente, dei cittadini rom e sinti, in cui l’Amministrazione si pone come garante; per un piano di aiuto alla costituzione di cooperative o società, al fine di trasformare in attività produttive le loro capacità ed esperienze professionali, e di insediare le attività nel territorio, così come proposto per gli altri cittadini.

 

c) Prosecuzione del progetto di famiglia anagrafica, e istanza presso gli organi competenti per il riconoscimento effettivo delle coppie di fatto, l’acquisizione dei diritti, onde superare ostacoli non normati da un idoneo apparato legislativo.

 

d) Apertura di sportelli contro la discriminazione di genere, omo-lesbo, migrante ed etnica.

 

e) Prosecuzione con il progetto dello sportello contro la violenza sulle donne, e del patrocinio con l'ordine degli avvocati; apertura di una casa rifugio comunale e formazione del personale sociale in recepimento anche della recente legge regionale dell’aprile 2013; attuazione di politiche di competenza comunale in sinergia con gli organi di pubblica sicurezza e sanitari, atte a debellare la piaga della violenza non solo familiare, ma anche sociale e nel posto di lavoro, compresi lo stalking e il mobbing.

 

f) Annullamento delle ordinanze, ed eliminazione degli articoli del regolamento di polizia urbana, d’impianto discriminatorio (alcuni ormai superati e fuori epoca), quali l'allontanamento dei cittadini da parchi e giardini, per presunto bivacco, e le limitazioni all'uso dalle piazze, questi luoghi devono essere vissuti e utilizzati liberamente dai cittadini, anche con concentrazioni di persone per attività politico-culturali, ricreative e di intrattenimento. Occorre trovare una preventiva soluzione alla questione dell’accattonaggio, e creare un ambiente frequentabile e vivibile da tutti, senza alcuna distinzione: né ricchi, né poveri. Quando una città si dimostra non elitaria, ma aperta, il fenomeno dell’accattonaggio tende ad esaurirsi, in quanto non trova né elementi soggettivi, né elementi oggettivi per diffondersi Vanno evitati fenomeni di quartierizzazione e di degrado, quali zone o aree ghetto. La città deve essere fruibile e vissuta da tutti i cittadini. Il disagio sociale non lo si risolve con il divieto che colpisce alcuni cittadini, ma con l’intervento del servizio sociale, e con dei processi di prevenzione i cui attori devono essere i cittadini stessi.

Per riconoscere e combattere la violenza maschile, l’omofobia, il bullismo e la microcriminalità, non servono politiche di militarizzazione della città, oscurantiste e xenofobe, ma molto lavoro culturale, di sensibilizzazione e formazione. Il presupposto da cui partiamo è che non vi è libertà senza la sicurezza di un reddito.

La questione della presenza itinerante dei rom, va risolta prevedendo delle aree di sosta momentanea.

Si deve avere il coraggio di affrontare tematiche che si sono sempre presentate ostative, per le quali è quanto mai necessario adottare opere di prevenzione, che portino all’arginatura dei fenomeni, invece di attuare provvedimenti repressivi i cui costi sono elevati e gravitano sulla comunità e non portano ad alcuna soluzione.

Siamo contrari alle “zone rosse”, per arginare la prostituzione, che precludono, di fatto, la libera circolazione di alcuni cittadini. La questione della prostituzione va risolta con il dialogo, con dei tavoli di concertazione tra le parti interessate (cittadini, istituzioni e rappresentanti delle prostitute/i), al fine di costituire un progetto di “zoning”, in aree dedicate, non residenziali, e sicure, dotate di servizi per le lavoratrici e i lavoratori del settore.

 

3) Difesa dei beni comuni

Siamo contro le politiche di privatizzazione dei servizi pubblici del settore energetico. Ci impegniamo ad abrogare la delibera del Consiglio Comunale del 26 marzo, che consente una messa nel mercato dell’azienda municipalizzata, che uscirà così dal regime in house, e aprirà le porte ad una gestione privatistica (anche se figura il controllo del Comune) delle forniture in bolletta. Vogliamo la completa pubblicizzazione di AIM (quindi compresi anche i trasporti, pure questi a rischio privatizzazione), in particolare dell’acqua, nel rispetto sia del referendum del 2011, sia dell'art. 4 dello Statuto Comunale. Riaffermeremo il ruolo del Comune su AIM, restituendone il ruolo pubblico di azienda municipalizzata.

 

4) Stop al consumo di suolo

Difesa e salvaguardia delle zone agricole, onde evitare consumo di suolo e quindi impedire l’espansione delle aree di possibile urbanizzazione, e di conseguenza la costruzione di nuovi insediamenti (sia civili, sia produttivi), che non rispondono delle esigenze dei cittadini e dei consumatori. E’ possibile pensare ad una città a consumo zero di suolo? Pensare un modo diverso di fare urbanistica, facendo tesoro dell’immenso patrimonio che la città dispone, non solo materiale, costituito da quartieri, palazzi, contrade, ….., ma soprattutto i suoi cittadini. L’urbanistica partecipata: sono i cittadini che pianificano e decidono il futuro della città; la città esistente, perché non abbiamo necessità di una nuova città, ce l’abbiamo già.

Ecco quindi che va attutato un percorso di riqualificazione sia delle aree periferiche, sia di quelle centrali della città, dismesse ed abbandonate, delle aree ex industriali a ridosso della città storica, ed attivare dei progetti adeguati evitando forme di speculazione immobiliare ad opera di soggetti privati. Le proposte dei privati, se attuabili, dovranno essere vagliate dall'Amministrazione comunale, con la diretta partecipazione dei cittadini. L'eventuale intervento dovrà essere convenzionato, al fine di mettere sul mercato gli immobili a prezzo calmierato (sia per la vendita, che per l'affitto), a cui il soggetto privato dovrà adeguarsi sottoscrivendo idoneo atto unilaterale d'obbligo.

Riqualificazione delle aree verdi periferiche della città attraverso la promozione di iniziative culturali e ricreative all’interno dei parchi e aree dei quartieri.

Non servono piani urbanistici puntuali per dare immagine, e piani sovra-ordinati alla legge del mercato, è la gente che pianifica la città e vive nella sua storia. Il turista che viene a Vicenza non gli basta vedere una città vetrina, ma vuole una città dinamica e di comunità.

 

5) Educazione ambientale e nuovi stili di vita Ci impegniamo a:

  • Promuovere progetti di educazione ambientale e sugli stili di vita sostenibili anche in accordo con le scuole.

  • Incentivare l’uso del trasporto pubblico e della bicicletta attraverso il potenziamento ed il collegamento della rete ciclo-pedonale tra periferia e centro, tra gli stessi quartieri, ed anche tra i comuni limitrofi che costituiscono la città metropolitana.

  • Rivedere il PUM, da redigersi in house, con la partecipazione dei cittadini, in particolare per quanto riguarda il trasporto pubblico, e la distribuzione della rete sul territorio del Comune, al fine di istituire un servizio di autobus all’interno dei quartieri e di collegamento fra gli stessi, con percorsi radiali, e non prestare attenzione alle sole direttrici principali.

  • Potenziare il servizio di trasporto pubblico anche notturno con la gestione del servizio direttamente dal comune.

  • Attivazione di uno “sportello energia” per formare/informare i cittadini sulle possibilità legislative per la riqualificazione energetica degli immobili di proprietà.

  • Incentivare i mercati a chilometro zero, al riciclo-riuso, la nascita di negozi artigianali, e la diffusione degli orti urbani, anche sociali, al fine di promuovere un consumo a basso impatto ambientale ed economico.

  • Per una riqualificazione energetica degli edifici pubblici attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili (geotermico, solare-termico). Riqualificazione che va estesa anche agli edifici privati attraverso strumenti di sostegno pubblico che non siano fonte di speculazione ed occasione per alimentare mercati le cui regole ingannano il consumatore.

6) Per una alternativa alla militarizzazione del territorio

Nessuna complicità con chi sta militarizzando il territorio comunale, rifiutiamo la logica delle compensazioni. Stop alla militarizzazione del territorio vicentino. Vicenza ha già dato molto. Monitoraggio e denuncia dei dissesti idrogeologici, ambientali e sociali provocati dalla costruzione e dal funzionamento a regime della base militare USA Dal Molin - Dal Din, e dalla presenza delle altre basi americane.

Per quanto riguarda le soluzioni della viabilità tra le due basi militari americane (Ederle-Dal Din), dovranno essere vagliate con i cittadini per risultare a basso impatto idrogeologico e ambientale, non dovrà essere consumato altro territorio della città a favore degli USA.

Le attività sportive dei militari USA devono essere riportate all’interno delle basi militari o di palestre attrezzate, e non per la città, le cui strade non sono un percorso di addestramento.

Si devono portare avanti politiche di educazione alla pace: potenziamento del servizio civile, qualificazione culturale della “Casa della Pace”. Il parco della pace gioca in questo caso un ruolo simbolico per la conquista dei cittadini che l’hanno tolto dagli appetiti degli statunitensi, o di coloro che volevano realizzarvi un eliporto. All’interno del parco che deve rimanere allo stato di fatto ad eccezione della predisposizione di aree ombra e di servizio, devono essere attivate attività culturali che rientrino nel tema del parco stesso, perciò non può essere concesso come luogo per attività sportive militari. Il parco è e sarà dei cittadini.

 

7) Scuola e cultura

L'Amministrazione Comunale deve incentivare ed investire nella cultura, poiché essa è il sale della vita e determinante per il futuro delle giovani generazioni. Quindi deve intervenire affinché tutti i cittadini vi possano accedere, in quanto la cultura non deve essere elitaria. Vi devono essere quindi delle convenzioni con teatri, musei e cinema affinché il biglietto delle rappresentazioni sia accessibile a tutti.

Devono essere incentivati corsi creativi e di teatro, ma l'Amministrazione deve intervenire affinché i teatri e i cinema cittadini, e gruppi culturali possano continuare la loro attività.

Per quanto riguarda la scuola, essendo solo gli istituti scolastici inferiori di sua stretta competenza, il Comune deve intervenire al fine di salvaguardare gli edifici e la sicurezza degli stessi, ma anche il diritto allo studio con l'acquisto di materiale didattico necessario ad un moderna formazione e deve intervenire affinché il personale scolastico sia sufficiente e abbia un contratto a tempo indeterminato. La precarietà e la flessibilità del loro lavoro non giova ad una corretta istruzione. Le tasse scolastiche devono essere ridotte, poiché il diritto di studio deve essere garantito a tutti.

Ci si deve impegnare affinché nelle scuole rimanga o sia adottato di nuovo il tempo prolungato, e si dia prosecuzione a progetti come le scuole estive e i “vicini di banco”. Vista la crisi economica e lo stato di disagio di molte famiglie vicentine, è inoltre, indispensabile prevedere buoni pasto gratuiti per i ragazzi le cui famiglie sono in difficoltà.

E' necessario un aumento dei posti negli asili nido che devono essere pubblici, e non privati, con rette sulla base del reddito effettivo della famiglia.

 

8) Più spazio ai giovani

La città di Vicenza scarseggia di spazi per i giovani, dove questi possano ritrovarsi, per sviluppare loro iniziative e mettere in motto la loro creatività. Ci impegniamo affinché alcuni edifici dismessi, e abbandonati allo stato di degrado, siano recuperati a tal fine, invece di essere ceduti, o ristrutturati per il mercato immobiliare. Ci proponiamo altresì di trovare aree aperte dove si possono praticare sport e attività libere.

 

9) Partecipazione e democrazia

E’ necessario, innanzitutto, operare per una effettiva trasparenza e pubblicità dei bilanci comunali. Promuovere processi di reale democrazia partecipata, in cui i cittadini possano effettivamente incidere sulle scelte fondamentali della città, fra le quali la programmazione urbanistica.

Lo statuto comunale prevede già una forme partecipative dei cittadini, ma noi siamo per attuare uno stretto rapporto elettori - eletti, dove i cittadini partecipano alle attività amministrative, proponendo direttamente interrogazioni all’Amministrazione Comunale, affinché siano discusse in consiglio comunale entro brevi termini.

Qualsiasi decisione che riguarda la città e i cittadini dovrà essere valutata attraverso assemblee partecipative. Si devono quindi, decentrare i luoghi decisionali, tramite periodiche assemblee di quartiere. Tutti i cittadini devono avere la possibilità di accedere agli atti pubblici, ritenendo pubblico l'ambiente e il territorio, anche se riguarda spazi e aree private.

 

10) Per una città più viva

Vicenza è una città che dopo la chiusura delle attività commerciali e degli uffici, soprattutto d’inverno, non ha più vita, piazza dei Signori si presenta deserta. Per questo bisogna studiare delle forme che riportino i cittadini a rivivere la piazza e la loro città. L’apertura di musei, chiese, basiliche e palazzi storici, proporre eventi, non è sufficiente per far vivere un città. La città non rivive solo con la presenza dei turisti, dei studenti e dei pendolari, ma attraverso i suoi abitanti. Bisogna riportare i cittadini a vivere la propria città, ripopolare il centro e riaprire i negozi di vicinato e le piccole attività artigianali. La città non deve essere solo una vetrina di lusso, ma offrire anche i servizi essenziali. Deve essere una città a misura di persona e bambino, e le piazze essere usate per i mercati, ma anche per attività ricreative fruibili da tutti i cittadini e non solo da chi può pagare. Una città storica modello popolare, e non elitaria. Si dovrà altresì incentivare il prolungamento dell’orario di apertura dei locali, anche nelle sere invernali, e mettere in sinergia il centro con i quartieri.