Guido Zentile* - Il sistema di erogazione degli aiuti sociali varato dalla Giunta a fine aprile che mette dei criteri per accedervi, come la presenza di soggetti sensibili, quali anziani, disabili, soggetti con figlio minore, o l'adesione a progetti per il rientro al lavoro (quando si sa che difficilmente chi ha superato i 40 anni riesce a rientrare nel mercato, e che la crisi non crea occupazione ma disoccupazione), non sono forse tagli o differenziazioni al sociale? L'uso per i servizi sociali di volontariato, e non del personale preposto, non sono forse tagli sul costo del personale stesso e quindi al sociale? Variati continua a promettere, continua a girare i dati per dimostrare una realtà diversa da quella che è: famiglie che si rivolgono, e che hanno smesso di rivolgersi all'assistenza sociale, perché scoraggiate, poiché non hanno una risposta per un contributo al pagamento delle bollette, per gli sfratti, per le spese mediche, o per la scuola e per le rette delle case di riposo. A fronte di un contributo per le scuole pubbliche si sono aumentati i contributi alle scuole paritarie, e a fronte di una crescita della povertà ci sia appoggia al volontariato e nel caso all'aiuto della Caritas. Si deve fare,invece, un vero piano sociale, in cui si dà aiuto alle famiglie senza porre paletti, se non il reddito effettivo, in cui si interviene, ad esempio, realmente, presso AIM, per il dilazionamento congruo delle bollette per chi non è in grado a far fronte al costo/consumo, o per diminuire i costi degli abbonamenti degli autobus, e per intervenire nel contribuire alle rette per le case di riposo, per offrire la mensa gratuita ai figli delle famiglie in crisi, e per il pagamento delle spese sanitarie, e per risolvere la questione degli sfratti. Non basta dire “0,5 milioni di euro l’anno di aiuti sociali. 6500 cittadini assistiti. + 70% di contributi sociali alle famiglie in difficoltà. IMU zero per famiglie numerose o con disabilità. IRPEF zero sotto i 15 mila euro” Basare l'aiuto sociale sul familismo, non è equo, poiché le famiglie in difficoltà non sono solo quelle numerose, ma ci sono anche le coppie con un figlio o senza, come anche i single. Questi sono soggetti di serie B, per cui non si debbono aiutare?
*Candidato sindaco di Rifondazione Comunista