Vicenza: l'Assessora Sala e la questione prostituzione.

12.10.2013 15:43

 

L'Assessora Sala dichiara sui media che “la prostituzione non si combatte senza risorse”, e noi vorremmo fare presente all'Assessora, che non la si combatte nemmeno con le risorse. Il lavoro delle Sexworker è vecchio come il mondo e ha radici ben radicate, nessuno è riuscito a metterlo in soffitta e quanto meno ci riuscirà la giunta Variati. Tant'è verro che la repressione messa in atto dalle amministrazioni vicentine e in primis da quella di Vicenza, non hanno avuto frutti per i proibizionisti positivi. Tutt'altra cosa se l'Assessora si riferiva allo sfruttamento della prostituzione, che quella sì va combattuta, ed è comunque poco presente nelle strade della città, essendo che le rumene e le slave a quel che si dica, lo fanno per libera scelta, così come le domenicane. Lo sfruttamento lo si può trovare nei nightclub, in alcuni club a tema o nelle “case chiuse” occulte, quelle che qualcuno vorrebbe legalizzare. Il cosiddetto zoning cui l'Assessora fa riferimento, di fatto non lo è mai stato, anche perché nato per emarginare il lavoro sessuale la dove non doveva dare fastidio a nessuno e nascosto al buio. Severamente l'Assessora vuole uno zoning, proponga un'area più consona, dotata di servizi e che garantisca sicurezza ai lavoratori e alle lavoratrici del sesso, un'area più fruibile, meno buia e isolata, visto che molte prostitute preferiscono lavorare in zona rossa considerata più sicura per la loro incolumità. Se l'amministrazione vuole risolvere la questione del disaggio dovuto a questo lavoro, si faccia promotrice di una riforma della Merlin, che permetta non la riapertura delle “case chiuse” e la cancellazione degli articoli di tutela della privaci delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso, ma la possibilità che i/le Sexworker possano consociarsi e gestire un centro per le prestazioni sessuali, controllato tramite un contratto del lavoro nazionale del lavoro sessuale con regole precise, in cui siano definiti i compensi, la quantità di marchette, e vi sia un controllo sanitario, senza la schedatura in tutela della privaci e ledere il diritto fondamentale della persona.

Irene Rui, Forum delle donne di Rifondazione Comunista - Vicenza