Claudia Rancati e Guido Zentile* - Saremo presenti al Gay Pride di sabato 15 giugno a Vicenza perché lo consideriamo un momento utile, e di riflessione, per mandare un segnale chiaro contro l'intolleranza, la chiusura mentale, l'ignoranza, e tutti quei fenomeni che sempre più spesso degenerano in forme di violenza contro le persone. Invitiamo a partecipare non solo perché è importante difendere i diritti ma, soprattutto, per affermare la necessità di un cambiamento sociale e culturale, sapendo che le cause della ingiustizia della discriminazione non sono solo ideologiche, ma anche, e oggi più che mai, di natura economica. Le aggressioni verbali e fisiche contro chi preconcettualmente viene ritienuto più debole (omosessuali, lesbiche, donne, immigrati, sinti e rom, minori, persone diversamente abili) sono in aumento, perché è in aumento la violenza delle contraddizioni del modello di società in cui viviamo. Non è da sottovalutare il fatto che la città di Vicenza ospiti centrali di violenza e di aggressività, come la presenza delle basi militari statunitensi, così come è significativa la crescita dei licenziamenti, della precarietà, dello sfruttamento, e dei casi di lavoro, addirittura, di tipo servile. Tutto questo rappresenta un pesante fattore di violenza sulle persone e sulla società, la causa principale di tutti i fenomeni di odio omofobico, maschilista e razzista, e della cosiddetta "guerra tra poveri". Le contraddizioni dell‘attuale modello sociale aumentano di giorno in giorno, anche a causa del retroterra culturale-religioso in cui ci troviamo a vivere, modelli familiari imposti da una maggioranza che tendono a limitare la libertà del singolo, o della coppia (etero e omo), nelle sue scelte di vita o di fine-vita, o per l'adozione di minori, o per la procreazione assistita. Ricordiamo qui la legge 40/2004 sulla procreazione assistita che, anche se cassata in più parti dalla Corte Costituzionale e ultimamente dalla Corta Suprema Europa dei diritti umani (su cui l'ex premier Monti ha tentato il ricorso nel novembre 2012 fortunatamente respinto), ha creato il cosiddetto "turismo procreativo". Il modello di famiglia, che peraltro non è sempre esistita, nasce, si sviluppa e si trasforma storicamente in base agli sviluppi e alle trasformazioni sociali e, in ultima istanza, esso è il riflesso della base economica di una determinata epoca storica. Niente è durevole in una società che cambia, e perciò appaiono antistorici i richiami alla tradizione e le urla allo scandalo che si sentono levare, anche in queste giornate, qui a Vicenza contro il Gay Pride.
*segretaria Circolo "A. Gramsci" - P.R.C. - Vicenza e segretario Circolo "C. Giuliani" - P.R.C. - Vicenza nord-est